Povertà energetica e abitudini di consumo energetico delle famiglie italiane

Il gruppo di ricerca “Efficienza Energetica” di RSE (Ricerca Sistema Energetico) ha realizzato due indagini per fotografare le abitudini di consumo energetico delle famiglie italiane e il loro livello di digitalizzazione in rapporto alla loro capacità di spesa energetica.

Tali attività si integrano con la partecipazione al progetto europeo ASSIST2gether che ha elaborato una strategia e strumenti di contrasto della povertà energetica.

La definizione di povertà energetica condivisa a livello di Unione Europa – intesa come “l’incapacità da parte di famiglie o individui di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, con conseguenze sul loro benessere” – è chiaramente insufficiente.

Non essendoci una definizione del fenomeno basata su indicatori universalmente applicabili, riconosciuti e condivisi, la povertà energetica è anche difficilmente misurabile. Non riguarda infatti la sola possibilità di consumare energia in misura adeguata nella propria abitazione – con conseguenze in termini di benessere, comfort, disponibilità di elettrodomestici e devices elettronici – ma anche la possibilità di usufruire di mezzi di trasporto adeguati a svolgere attività lavorative e di socializzazione.

In Italia, secondo la misura riportata nella Strategia Energetica Nazionale del 2017, circa il 12% delle famiglie soffre per case inadeguatamente riscaldate o raffrescate e ha difficoltà a pagare le bollette.

Le famiglie italiane e l’energia

La prima delle due indagini condotte da RSE ha fornito uno spaccato interessante della situazione all’interno delle famiglie italiane.

Si è visto quanto il consumo di energia all’interno delle abitazioni è in gran parte invisibile alla maggioranza degli utenti che ci abitano i quali, spesso, non hanno consapevolezza dell’andamento nel tempo dei propri consumi e, quindi, non sono in grado di valutare l’opportunità/necessità di adottare misure per modificarli, con un impatto sui consumi e sulla spesa energetica.

L’indagine, che RSE realizza dal 2010 in collaborazione con la società GfK Italia nell’ambito della attività di Ricerca di Sistema, si è articolata in tre aree distinte, ciascuna con una diversa finalità, al fine di ricostruire il quadro completo e aggiornato della situazione attuale delle famiglie in Italia:

  • Conoscere le caratteristiche delle abitazioni in cui vivono le famiglie e delle forniture di elettricità e gas da cui sono servite;
  • Misurare e monitorare nel tempo il consumo di energia delle famiglie, le dotazioni (numerosità, tipologia, età, classe energetica delle principali apparecchiature domestiche) e le abitudini di consumo (frequenza, durata e numero di utilizzi delle principali apparecchiature domestiche in determinate fasce orarie nei giorni feriali, il sabato e la domenica);
  • Conoscere gli atteggiamenti delle famiglie nei confronti delle tematiche energetiche e dei consumi e la loro evoluzione nel tempo.

I risultati ottenuti dicono che la maggior parte delle famiglie italiane vive in condominio (65%), mentre la restante parte (35%) vive in villette mono/bifamiliari o in villette a schiera; per quanto riguarda le dimensioni, circa il 56% delle famiglie vive in abitazioni la cui superficie è compresa fra 71 e 120 m2. Il 76% delle famiglie vive in una casa di proprietà.

Spesa e fornitura energetica

Per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica, circa il 52% delle famiglie è sul mercato libero, il 29% è nel servizio di maggior tutela, mentre il restante 20% non sa rispondere a questa domanda.

La spesa media per una famiglia relativa alla bolletta dell’elettricità e del gas è pari, rispettivamente, a circa 566 € e 674 €: è interessante però notare come il 16% delle famiglie non sappia rispondere a questa domanda.

Il gas naturale risulta essere il combustibile più diffuso per il riscaldamento (71%), seguito da legna e pellet (9%), elettricità (8%), GPL (6%) e gasolio (4%). Il 2% delle famiglie dichiara di non avere alcun impianto di riscaldamento nelle loro abitazioni. Circa l’86% delle famiglie ha un sistema di riscaldamento centralizzato/condominiale, mentre il restante 14% ha un sistema di riscaldamento autonomo.

Elettrodomestici e digitalizzazione

Per quanto riguarda la dotazione degli elettrodomestici, i risultati sono riassunti nella tabella. Come si può vedere, il televisore risulta essere l’elettrodomestico più presente fra le famiglie del campione.

La percentuale di diffusione della connessione ad internet è pari a quasi il 70%, per cui circa il 30% delle famiglie non la possiede: ancora c’è qualcosa da fare per migliorare la digitalizzazione del nostro paese, tema della seconda indagine di RSE. Tuttavia, se guardiamo ai dati del 2012 in cui la diffusione della connessione ad internet era pari al 46%, si può notare un forte aumento, a prova dei progressi in tal senso. Ciò lo si vede anche nell’aumento del numero di computer, la cui percentuale di diffusione è passata dal 64% nel 2012 al 78% attuale.

La capacità di spesa energetica è una delle variabili che incidono sul digital divide inteso come il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione (in particolare PC e Internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale.

I risultati progetto europeo ASSIST2gether dimostrano anche che esiste una certa dipendenza fra il grado di digitalizzazione di una famiglia e tre variabili: spesa assoluta annua per energia elettrica; incidenza percentuale della spesa annua per l’energia elettrica sul reddito della famiglia; presenza o meno del bonus sociale elettrico.

La minore presenza di connessione, e in qualche misura anche la disponibilità di un computer, riguarda anche coloro che non hanno consapevolezza della propria spesa energetica annua

Tornando agli elettrodomestici, si nota che le percentuali di diffusione di lavastoviglie e di asciugatrice sono in crescita rispetto agli anni passati: nel 2012 erano pari, rispettivamente, ad 46% e all’8% contro percentuali attuali, rispettivamente, del 58% e del 20%.

Si nota anche un aumento della percentuale di diffusione dei climatizzatori/condizionatori che passa dal 40% nel 2012 al 46% attuale, a prova delle mutate esigenze di comfort all’interno delle famiglie italiane.

È importante notare come circa l’83% di queste apparecchiature risulta essere a pompa di calore, mostrando come questa tecnologia sta penetrando sempre di più nel nostro paese; non si può dire lo stesso per lo scaldacqua/boiler, la cui diffusione si è mantenuta stabile rispetto al 2012, ma la percentuale di quelli a Pompa di calore è pari solo al 6%.

Per quanto riguarda, invece, le piastre di cottura, si sottolinea che circa il 41% di esse sono ad induzione.

Comportamenti

Si è poi passato a cercare di capire gli atteggiamenti delle famiglie nei confronti delle tematiche energetiche e dei consumi andando ad individuare una serie di buone pratiche che, se correttamente seguite, vanno nella direzione di ridurre i consumi all’interno dell’abitazione e aumentare l’efficienza energetica. I risultati sono riportati qui sotto:

Si sono poi analizzati gli investimenti che ogni famiglia ha fatto per migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. I risultati riassunti nella tabella in basso.

Infine, nell’ottica di una maggiore integrazione dei soggetti residenziali all’interno del sistema energetico, si è chiesto ad ogni famiglia se, nel caso le venisse riconosciuta, da un soggetto pubblico opportuno, autorizzato dallo Stato, una remunerazione di tipo economico, sarebbe disposta a modificare le proprie abitudini di consumo sulla base delle richieste di tale soggetto. Il 74% delle famiglie ha risposto in maniera positiva, dimostrando così una propensione verso una partecipazione più attiva all’interno del sistema energetico.

Perciò, come si può vedere, nel complesso, le famiglie intervistate dimostrano una certa attenzione nei confronti delle tematiche energetiche e sarebbero anche disposte, in linea teorica, ad avere un ruolo più attivo rispetto alla situazione attuale. Come premesse sono certamente promettenti, ma poi si dovrà vedere se effettivamente queste si tradurranno in realtà.

Facendo il paragone con indagini di questo tipo effettuate da RSE nel corso degli anni passati, si nota una progressiva digitalizzazione e informatizzazione delle famiglie in Italia, con un parallelo aumento di tutti quegli elettrodomestici che consentono di migliorare il comfort all’interno delle abitazioni.

Il fatto che, però, una percentuale non trascurabile delle famiglie non sappia rispondere a domande quali, ad esempio, che tipo di tariffa abbiano, quale sia il proprio fornitore di elettricità o quale sia la classe energetica del frigorifero o della lavatrice che hanno in casa dimostra come sui temi energetici ci sia ancora molto da fare in Italia.

Il tutor per l’Energia Domestica

Come già detto, obiettivo del progetto ASSIST2gether (per l’Italia hanno partecipato Acquirente Unico, RSE e ASFOR), è combattere la povertà energetica attraverso la sua emersione con interventi strutturali.

Nell’ambito del progetto sono stati formati 75 TED (Tutor per l’Energia Domestica) che hanno fornito ai consumatori energetici vulnerabili un supporto qualificato e mirato per aumentare la propria efficienza energetica e per meglio soddisfare i propri bisogni.

Come esito di queste attività si è potuto osservare un risparmio dei consumi energetici del 5,5% oltre all’incremento del comfort all’interno delle case e della qualità della vita delle persone che vi abitano e un aumento della fiducia dei consumatori nell’affrontare le questioni relative all’energia all’interno delle loro abitazioni.

Quindi per affrontare la povertà energetica, oltre all’essenziale sostegno finanziario, serve un aiuto informativo. Simone Maggiore, parte del gruppo di ricerca “Efficienza Energetica” di RSE e referente del progetto ASSIST, ci ha spiegato che “è auspicabile che la figura del TED ottenga un riconoscimento ufficiale da parte delle istituzioni, che consenta di estendere all’intero territorio italiano la portata delle azioni pilota effettuate dai TED che, sebbene di successo, si sono limitate a una porzione limitata del territorio”.

Si ringraziano per il contributo:

  • Simone Maggiore, gruppo di ricerca “Efficienza Energetica” di RSE e referente del progetto ASSIST2gether per RSE
  • Marco Borgarello, responsabile del gruppo di ricerca “Efficienza Energetica” di RSE

Source: Qualenergia.it

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