Impianto Fotovoltaico
Impianto fotovoltaico su Capannone
Impianto Fotovoltaico

Un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico che sfrutta l’energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico. L’effetto fotovoltaico è un fenomeno completamente naturale tipico di un materiale semiconduttore opportunamente trattato di generare corrente elettrica quando venga investito da luce solare. L’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico è pertanto energia pulita, priva di emissioni di gas serra e soprattutto rinnovabile. In questa pagina viene descritto il funzionamento di un impianto fotovoltaico, il suo giusto dimensionamento e posizionamento e le sue prestazioni.

Il Sole

Il Sole è la nostra fonte primaria di calore, luce ed energia. Al suo interno c’è una fornace nucleare che consuma miliardi di chili di combustibile al secondo, fondendo protoni, cioè nuclei di atomi di Idrogeno, e liberando energia.

Il Sole è alla base della nostra vita e di quella di tutti gli altri esseri viventi. Le continue reazioni termonucleari di fusione del Sole sono un’immensa e straordinaria fonte di radiazioni elettromagnetiche. L’energia solare alimenta il ciclo idrologico, le correnti oceaniche, i venti e il processo di fotosintesi clorofilliana e che permesso il lento e continuo processo d’accumulo d’energia, degli idrocarburi, come il petrolio e tutti i combustibili fossili e quindi lo sviluppo tecnologico e culturale dell’uomo.

Oggi la sensazione è che si possa fare molto di più. Il Sole può diventare a tutti gli effetti la nuova fonte energetica del domani nonostante la bassa concentrazione superficiale e discontinuità temporale in quanto ha un’elevata entità energetica teorica globale in maniera assolutamente gratuita e rinnovabile!!!

Impianti Fotovoltaici

Impianto Fotovoltaico Domestico
Schema Impianto Fotovoltaico

Il materiale sicuramente più utilizzato è il silicio cristallino, uno degli elementi chimici più diffusi sulla crosta terrestre sotto forma di biossido di silicio non puro (SiO2) denominato silice (polvere amorfa marrone o in cristalli grigi). Se si limita l’analisi ai soli prodotti commerciali, le tecnologie di realizzazione più comuni sono:

  • Silicio monocristallino;
  • Silicio policristallino;
  • Silicio amorfo (film sottile);

Altri materiali utilizzati per la produzione di dispositivi fotovoltaici sono arseniuro di gallio e di alluminio, solfuro di cadmio, telloruro di cadmio, solfuro di rame e materiali plastici. Quasi tutti i materiali precedentemente elencati sfruttano la tecnologia del film sottile. L’elemento base della conversione fotovoltaica è denominato cella fotovoltaica. Le prestazioni di una cella fotovoltaica sono influenzate prevalentemente dalla temperatura e dalla quantità di luce o irraggiamento;

La potenza nominale di un impianto fotovoltaico si misura con la somma dei valori di potenza nominale di ciascun modulo fotovoltaico di cui è composto il suo campo, e l’unità di misura più usata è il chilowatt picco o di potenza (simbolo: kWp).

La superficie occupata da un impianto fotovoltaico è in genere poco maggiore rispetto a quella occupata dai soli moduli fotovoltaici, che richiedono, con le odierne tecnologie, circa 8 mq/kWp ai quali vanno aggiunte eventuali superfici occupate dai coni d’ombra prodotte dai moduli stessi, quando disposti in modo non complanare. Da osservare che ogni tipologia di cella ha un tipico “consumo” in termini di superficie, con le tecnologie a silicio amorfo per esempio per installare 1 kWp servono oltre 20 mq. Negli impianti su terreno o tetto piano, è prassi comune distribuire geometricamente il campo su più file, opportunamente sollevate singolarmente verso il sole, in modo da massimizzare l’irraggiamento captato dai moduli. Queste file vengono stabilite per esigenze geometriche del sito di installazione e possono o meno corrispondere alle stringhe, ovvero serie, elettriche stabilite invece per esigenze elettriche del sistema.

La figura riporta lo schema di un semplice impianto fotovoltaico da 10 kWp. La componentistica è molto semplice e consta di:

  • Moduli fotovoltaici;
  • Cavo elettrico unipolare;
  • Scatola di giunzione, dove vengono convogliati tutti i cavi provenienti dai moduli fotovoltaici;
  • Inverter che permettono di convertire l’energia prodotta dai moduli fotovoltaici in energia utilizzabile sia ai fini domestici che industriali;
  • Dispositivi di contabilizzazione che permettono di misurare l’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico;
  • Cavo elettrico tetrapolare per la connessione dell’Inverter al quadro elettrico generale o di settore;
  • Struttura di sostegno dell’impianto fotovoltaico.

Un dispositivo fotovoltaico in genere permette di produrre una quantità di circa 14000 kWh/anno quando viene posizionato in condizioni ottimali al centro Italia.

Un impianto fotovoltaico da 10 kWp può soddisfare il fabbisogno energetico di circa 4 famiglie. L’equivalente in anidride carbonica risparmiata è di 6900 Kg/anno. Per produrre tale ammontare di anidride carbonica si sarebbero dovuti bruciare circa 900 alberi!

Prestazioni di un impianto Fotovoltaico

L’energia elettrica producibile da un impianto Fotovoltaico è direttamente proporzionale alla radiazione solare incidente sull’impianto. Quindi l’orientamento e l’inclinazione ottimali dei moduli fotovoltaici devono essere tali da massimizzare tale radiazione. Inoltre l’ombreggiamento anche solo di una piccola parte dell’impianto fotovoltaico può ridurne drasticamente la produzione in quanto molti elementi vengono collegati in serie su stringhe apposite, pertanto in fase di progettazione o installazione, è necessario posizionare l’impianto fotovoltaico in maniera che questo non sia soggetto ad ombreggiamenti.

Il seguente filmato mostra una demo di come sia necessario dimensionare un impianto fotovoltaico affinché non ci siano ombreggiamenti tra i vari moduli man mano che cambia l’altezza del sole durante il corso della giornata.

Le prestazioni di un pannello fotovoltaico si riducono nel tempo mano a mano che il materiale semiconduttore di cui sono formati perde la sua capacità di convertire l’energia solare in energia elettrica utilizzabile. In ogni caso la perdita di resa è veramente esigua. I maggiori produttori garantiscono una produzione di almeno l’80% dopo 20 – 25 anni, il che equivale ad un decadimento massimo dell’ 1% annuo circa. Prove di laboratorio (ENEA) su impianti installati 20-25 anni fa hanno riscontrato perdite di producibilità pari a circa l’8%, che equivale ad un decadimento dello 0,4% annuo. Nel piano di ammortamento finanziario di un impianto fotovoltaico è necessario tenere in considerazione questi aspetti legati alla perdita di produttività in quanto ne influenzano il rendimento finanziario complessivo.

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