Cos’è la povertà energetica e come va affrontata

L’articolo è stato pubblicato sul n.5/2018 della rivista bimestrale QualEnergia

La povertà energetica è una problematica complessa, legata a diversi fattori e temi all’interno del dibattito sulla lotta contro il cambiamento climatico e contro la povertà.

Nel pacchetto Clean Energy for All Europeans, la Commissione Europea enfatizza il ruolo dell’efficienza energetica nel contrastare il fenomeno. Si stima che il miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici possa contribuire a far uscire dalla condizione di povertà energetica da 515mila a 3,2 milioni nuclei familiari in Europa (su un totale di 23,3 milioni di famiglie in povertà energetica).

Definizione di povertà energetica

Una delle prime questioni da affrontare è l’armonizzazione del linguaggio: l’assenza, a livello europeo, di una definizione comune di povertà energetica rende difficile stabilire un approccio condiviso, nella consapevolezza che le barriere tradizionalmente riconosciute per l’adozione di strumenti di efficienza energetica si vanno solitamente ad accentuare nel caso in cui riguardano famiglie a basso reddito.

La Strategia Energetica Nazionale (Sen) evidenzia la necessità di stabilire una ‘misura ufficiale’ della povertà energetica, intesa quale difficoltà di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, ovvero, in un’accezione di vulnerabilità energetica, quando l’accesso agli stessi implica una distrazione di risorse superiore a un livello socialmente accettabile.

Secondo la Sen, in media circa l’8% delle famiglie (pari a 2,1 milioni) si è trovato in povertà energetica negli ultimi vent’anni, con un picco dell’8,5% nel 2016 e un’incidenza del 14% nelle regioni del Sud. Il valore medio nazionale appare sotto la stima della Commissione Europea, pari a oltre il 17%, dato cui corrispondono 4,4 milioni di famiglie italiane.

Barriere e misure per la povertà energetica

Il fenomeno richiede l’elaborazione di strategie in un’ottica multidimensionale, prescindendo dai soli usi energetici dell’abitazione ma che riguardano anche i trasporti, la vita sociale e la salute di diversi segmenti della popolazione: famiglie monoreddito, anziani, giovani in attesa di impiego, disoccupati.

La Tabella 1 riporta le principali barriere all’implementazione di interventi di efficienza energetica in edifici abitati da famiglie a basso reddito.

Alcuni Paesi hanno attuato strategie mirate (Regno Unito, Irlanda, Francia) ma la maggior parte fa ricorso a politiche sociali come sussidi diretti, tariffe ridotte e tolleranza per la morosità. Di fatto, si tratta di misure transitorie per un rapido sollievo ma non strutturali come le politiche di efficienza energetica, che riducono in modo permanente il fabbisogno energetico degli utenti.

La Figura 1 seguente riporta le principali tipologie di strumenti in funzione dell’impatto atteso. Attualmente in Italia esistono due strumenti riconducibili alla categoria dei sussidi, il bonus elettrico e gas, che prevedono un contributo erogato sotto forma di sconto in bolletta, in base ad uno specifico valore dell’Isee.

Tra le misure con impatto strutturale, il cosiddetto Ecobonus per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, ha recentemente subìto delle modifiche che potrebbero aprire lo strumento anche alle famiglie in condizione di povertà energetica. In particolare, il meccanismo già da due anni permette di usufruire dell’incentivo da parte dell’edilizia residenziale pubblica.

Inoltre è prevista la cessione del credito per gli incapienti, per tutti gli interventi agevolati, oltre che ai fornitori anche alle banche e agli istituti finanziari, mentre la cessione del credito per soggetti diversi dai no tax area è limitata ai fornitori dei beni e dei servizi (vedi rapporto Enea).

Enea per il contrasto alla povertà energetica

Enea è particolarmente attiva sul fronte del contrasto alla povertà energetica sia a livello nazionale sia internazionale, a partire da iniziative mirate ad accrescere la consapevolezza della popolazione.

Ha coordinato il Programma Triennale di Formazione e Informazione sull’Efficienza Energetica previsto dal Dlgs 102/2014, ponendo attenzione ai soggetti vulnerabili e alle buone pratiche sul comportamento, aspetto che rappresenta una componente fondamentale delle politiche per l’efficienza e il risparmio energetico alle diverse scale territoriali.

Si tratta di misure di natura sociale e psicologica, come lo studio in collaborazione con Isinnova per facilitare gli interventi di efficienza energetica all’interno dei condòmini.

L’Enea è impegnata sul campo attraverso protocolli di intesa con gli stakeholder di riferimento. Il recente accordo stipulato con Federcasa, che riunisce ex Istituti autonomi case popolari, 90 enti e aziende che gestiscono oltre 760mila alloggi, mira a sperimentare strategie di intervento per l’efficientamento energetico del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.

Sulla stessa lunghezza d’onda, l’accordo con Fratello Sole, a sostegno degli enti che gestiscono opere di carità e sociali. Enea fornirà supporto per soluzioni di eccellenza, mentre Fratello Sole offrirà il proprio capitale per gli interventi e la gestione degli impianti per il periodo di ammortamento.

In ambito internazionale, per il 2018 l’Enea è impegnata con la Presidenza dell’European Energy Network (Enr), la rete volontaria di agenzie europee dell’energia.

Nell’ambito di questo consesso di alto livello, Enea ha scelto di concentrare le azioni sul tema, aderendo alla neonata Coalition of the Willing on Energy Poverty, promossa dal Covenant of Mayors, con la costituzione di una task force nazionale temporanea e l’elaborazione di un Position Paper sulla povertà energetica da presentare, la prossima primavera, all’attenzione della Commissione Europea.

L’articolo è stato pubblicato sul n.5/2018 della rivista bimestrale QualEnergia, con il titolo “Elettroni poveri”. Autori: Anna Amato, Alessandro Federici, Roberto Moneta (Dip.to Unità Efficienza Energetica di Enea).

Source: Qualenergia.it

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